“L’Italia deve affrontare in modo serio la tematica dei lep, livelli essenziali di prestazioni iniziando a capire che fino a quando si riferiranno alla territorialità saranno sempre collegati alla situazione territoriale nella quale ci troviamo, al divario che invece dobbiamo superare”. Così Cateno De Luca, il leader del movimento Sud chiama Nord.
“Dovremmo invece iniziare a parlare di livelli uniformi di prestazioni e collegarli direttamente all’individuo guardando alla valorizzazione, salvaguardia e promozione dell’individuo proprio come recita la nostra Costituzione. – dice ancora De Luca – Il disegno di legge proposto dal ministro Calderoli sta tentando di invertire anche questo principio. Noi abbiamo una spesa media pro capite di circa 14mila euro l’anno contro una spesa media di circa 19mila euro per le regioni del centro nord, mancano all’appello circa 60 miliardi di euro l’anno solo per quanto riguarda il funzionamento dei servizi, ma di questo non se n’è parlato perché conviene che non se ne parli.
“La norma sull’autonomia differenziata condanna il sud al divario. C’è un disegno che vuole costringerci ad avere un sistema imprenditoriale fiacco e sottoposto alle logiche della delocalizzazione che dal nord vengono fatte nei paesi dell’est anche con il beneplacito e spesso con il sostegno da parte dell’Unione Europea. -ancora il leader – Queste dovevano essere le tematiche che un presidente della Regione degno di questo nome doveva portare al tavolo e porre come pregiudiziale di qualunque discussione.
Lo Stato continua a mortificare e calpestare il meridione. Ovviamente le colpe sono trasversali.
Noi abbiamo avuto Ascari che ci hanno rappresentato nel Parlamento nazionale ed è ovvio che quando poi il presidente Zaia parla di politici lazzaroni che hanno governato il sud ha ragione.
La sfida che oggi Sud chiama Nord lancia è diversa. Oggi vogliamo un nuovo patto territoriale che superi la visione di un Nord accecato dall’egoismo e di un sud accecato dal servilismo. Io non accetto più questa etichetta e non accetto più di essere definito lazzarone.”
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