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Resistenza a pubblico ufficiale ma non è mafiosa, scagionata

Il venir meno della contestazione ulteriore ha riportato tutto a una "semplice" resistenza, non collegata all'organizzazione criminale africana, cosa che riduce la pena, a causa del lungo tempo trascorso dall'epoca dei fatti, facendo estinguere il reato

La prima sezione della Corte d’Appello di Palermo ha dichiarato il non doversi procedere per prescrizione nei confronti della cittadina nigeriana Edith Omoregie Osenmweyemwen, che in primo grado, nel 2022, aveva riportato una condanna a due anni, emessa dal tribunale del capoluogo siciliano in continuazione con un’altra a tre anni, per un precedente processo.

La donna, già coinvolta in altri procedimenti riguardanti la mafia nigeriana, rispondeva di resistenza a pubblico ufficiale aggravata e ora il collegio presieduto da Mario Conte ha accolto la tesi dell’avvocato Salvatore Modica, escludendo l’aggravante prevista dall’articolo 416 bis numero 1 del codice penale, cioè l’avere agito con metodo e per agevolare l’associazione mafiosa. Il venir meno della contestazione ulteriore ha riportato tutto a una “semplice” resistenza, non collegata all’organizzazione criminale africana, cosa che riduce la pena, a causa del lungo tempo trascorso dall’epoca dei fatti, facendo estinguere il reato.


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