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Rifiuti, Musumeci: “In Sicilia servono 2 termoutilizzatori, 7 le proposte d’interesse”

Il lavoro del nucleo dovrebbe concludersi al massimo entro 15 giorni. I costi per realizzare gli impianti oscillano tra i 263 e i 570 milioni

“C’è una parte di indifferenziata che non può andare in discarica e noi la vogliamo fare diventare cenere. I termoutilizzatori serviranno proprio a questo: distruggere l’indifferenziata e produrre energia. Ecco perché nonostante gli sforzi dei Comuni si rende indispensabile ricorrere a due termoutilizzatori che sono previsti nel piano regionale dei rifiuti che questo governo ha varato un anno dopo il suo insediamento”.

Lo ha annunciato il presidente della Regione Nello Musumeci, nel corso della conferenza stampa a Palazzo d’Orleans.

Presente all’incontro con i giornalisti anche l’assessore all’Energia, Daniela Baglieri. Musumeci ha reso noto che al momento il nucleo di valutazione della Regione è al lavoro per esaminare le proposte di interesse proposte da sette società: tre riguardano la Sicilia occidentale, quattro quella orientale.

Il lavoro del nucleo dovrebbe concludersi al massimo entro 15 giorni. I costi per realizzare gli impianti oscillano tra i 263 e i 570 milioni con una capacità di conferimento compreso tra le 400mila e 450 mila tonnellate annue.

“Quando ci siamo insediati abbiamo trovato un tasso di differenziata intorno al 19 per cento in Sicilia. Oggi siamo al 47 per cento. E’ un dato politico importante proprio perché il governo ha richiamato i comuni alle proprie responsabilità con due precise ordinanze. Non basterebbe infatti tutta l’Isola per ospitare le discariche se i comuni non operassero la differenziata”, ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci.

“Prima di noi, la Sicilia aveva fra attive o appena dismesse 511 discariche – ha proseguito – oggi in Sicilia abbiamo comuni che superano il 70 per cento di raccolta differenziata. Adesso non abbiamo molto da invidiare alle regioni del Nord. È chiaro che non è un risultato soddisfacente perché anche per le norme comunitarie noi dovremmo lambire il 70 per cento e questo non è possibile perché il tasso di differenziata si riduce drasticamente nelle tre città metropolitane dove la percentuale va dal 18 al 25 per cento”.

Nell’ultimo mese di febbraio, ha reso noto Musumeci, Catania è passata dal 22 al 40 per cento, Messina sfiora il 50 per cento mentre Palermo è al 18 per cento. “Tutto questo non può bastare – ha concluso – portiamo ancora troppa spazzatura negli impianti esistenti e nelle discariche che diventano in questo momento essenziali”.

“Stiamo procedendo celermente, l’assessore sta vigilando perché tutto avvenga nel più breve tempo possibile. Ci avviamo lungo la strada per liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche che moto spesso è resa ancora più pesante dalla contiguità con ambienti mafiosi o spregiudicati”, ha continuato il presidente della Regione.

“La strada che abbiamo avviato è quella di un avviso esplorativo per la manifestazione di interesse finalizzata alle proposte di finanza di progetto – ha proseguito Musumeci – la tecnologia comprende la combustione e l’incenerimento a griglia e i tempi di costruzione possono oscillare tra i 6 a i 48 mesi, in media circa tre anni. I termovalorizzatori lavoreranno rifiuti non pericolosi, un’iniziativa che finalmente fa riflettere su un dato – ha concluso – altrove la spazzatura è una risorsa, da noi è sempre stata un problema”.

E’ stato il direttore generale del dipartimento Acqua e rifiuti della Regione Siciliana, Calogero Foti, a spiegare che: “In Sicilia le discariche sono quasi tutte sature. L’alternativa a questa situazione non può che essere il recupero di energia, utile anche per i cittadini”.


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