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Sbarchi a Lampedusa: giovane egiziano trovato morto, persi i contatti con 55 in balia onde

Assolti due somali a Ragusa, non erano scafisti

Immagine generica di repertorio

Un egiziano di 20 anni è stato trovato morto su un barchino dalla Guardia costiera che ha soccorso gli altri dodici migranti che viaggiavano sul natante. I poliziotti della questura di Agrigento e dello Sco, interrogando durante la notte i superstiti, hanno ricostruito che il giovane sarebbe morto durante la traversata a causa di un incidente. L’imbarcazione, in particolare, mentre si trovava ancorata in acque internazionali, ha avuto un’avaria al motore e il ventenne, forse cercando di farlo ripartire o per rabbia, avrebbe ripetutamente preso a calci il motore prima di scivolare, battere la testa e morire sul colpo. All’hotspot, al momento, sono presenti 14 migranti, fra cui 6 minori non accompagnati. Ieri ci sono stati 3 trasferimenti (2 con i traghetti di Porto Empedocle e uno con aereo Oim per Roma) per complessive 476 persone.

Intanto una barca con 55 migranti a bordo è in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Lo riferisce Alarm Phone: “Ieri notte – spiega – abbiamo allertato le autorità di un gruppo fuggito dalla Libia su un gommone. Potevano procedere solo lentamente; un viaggio troppo pericoloso per il peggioramento del tempo. Da 6 ore non riusciamo più a raggiungere la barca”. La guardia costiera libica ha detto di avere inviato una nave, ma di non aver trovato le persone in pericolo: “Ciò dimostra ancora una volta che esistono solo per impedire alle persone di entrare in Europa, ma non sono interessati a salvare vite umane”, conclude Alarm Phone in riferimento al blocco nelle scorse ore di un barcone con 125 migranti ricondotti in Libia.

Nel frattempo il giudice per le indagini preliminari di Ragusa ha assolto, per non avere commesso il fatto, due somali accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, quali presunti scafisti di un gommone con 110 persone a bordo, soccorso a maggio del 2017 dalla portacontainer danese Alexander Maersk. Il mercantile approdò il 7 maggio a Pozzallo, dove i migranti vennero sbarcati. Non è stato possibile sentire le persone che hanno indicato i due come i conducenti dell’imbarcazione: risultano irrintracciabili, nonostante i tentativi di ricerca effettuati. Il 6 e 7 maggio del 2017, furono due giornate particolarmente intense al porto di Pozzallo; il 6 maggio arrivò in porto nave Fiorillo della Guardia costiera; con a bordo 406 persone messe in salvo da 4 imbarcazioni diverse, ognuna con un centinaio di migranti a bordo. Poi, nel pomeriggio del giorno successivo, il 7 maggio, l’arrivo della portacontainer Alexander Maersk, con altre 287 persone salvate da 3 gommoni.

Testimonianze drammatiche. Tra le persone messe in salvo, anche una quarantina di testimoni che riferirono di essere superstiti di un gommone che era partito con circa 120 persone a bordo e che prima del salvataggio aveva imbarcato acqua per poi ribaltarsi: forse 80 i morti. Il comandante della Alexander Maersk confermò la circostanza, dicendo anche che “i cadaveri erano stati recuperati da un’altra nave impegnata nei soccorsi”. I due somali assolti, difesi dall’avvocato Italo Alia, secondo le indagini effettuate in quel frangente, erano al comando di uno dei tre gommoni soccorsi dalla Maersk in quel giorno drammatico.


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