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Sciopero della fame in carcere, il Garante dei detenuti: “All’Ucciardone forte degrado”

Molti dei reclusi con i quali il Garante ha colloquiato "manifestavano particolari disagi mentali, che in alcuni casi apparivano particolarmente gravi"

Il Garante regionale per i detenuti, Santi Consolo ha effettuato una visita all’Ucciardone di Palermo dopo lo sciopero della fame di quattro reclusi nella nona sezione dell’istituto, dove si trovano coloro che sono sottoposti al regime di sorveglianza particolare e destinatari di provvedimenti disciplinari.

Lungo il percorso per giungere alla nona sezione, spiega l’ufficio del Garante, “si percepiva cattivo odore, in corrispondenza delle aree limitrofe alle cucine, determinato dall’evidente stato di degrado del sistema di scarico della struttura, che provocava il riversamento di parte dei liquami reflui al livello del piano di calpestio delle aree circostanti la cucina”.

Giunto all’interno della nona sezione, il Garante ha constatato la protesta in atto, con urla e toni accesi. Nel corso della visita, un detenuto ha accusato un malore ed è stato soccorso e trasportato su un’autoambulanza. In quasi tutte le stanze per il pernottamento, sono allocati due detenuti con due brande a castello, ma tutte le stanze appaiono di superficie inferiore ai 9 mq. Gli ambienti “sono fatiscenti e i bagni privi di docce”.

Molti dei reclusi con i quali il Garante ha colloquiato “manifestavano particolari disagi mentali, che in alcuni casi apparivano particolarmente gravi”.

Le principali richieste dei detenuti erano relative alla cessazione del regime di sorveglianza speciale nel quale si trovavano e al trasferimento in un istituto più vicino al proprio nucleo familiare (molti provenivano dalla provincia di Catania). Rispetto ai quattro detenuti che avevano intrapreso lo sciopero della fame, uno in particolare lo aveva sospeso, ma ha riferito che lo avrebbe ripreso a breve se non avesse avuto notizia dell’esito dell’istanza dell’affidamento in prova al servizio sociale già decisa, a suo dire, il 2 luglio.

Ha riferito anche che in precedenza aveva beneficiato di liberazione anticipata e che, se gli fossero stati concessi gli ulteriori due semestri, il suo fine pena sarebbe maturato nel mese di ottobre: “Tale detenuto merita particolare attenzione proprio per l’insistito proposito di voler fare qualche gesto grave e inconsulto”, sottolinea il Garante. Di “particolare gravità” anche la condizione di un detenuto straniero che si era cucito le labbra con dei pezzi di fil di ferro e aveva intrapreso lo sciopero della fame e della sete.

Un quinto detenuto ha riferito poi che avendo intrapreso lo sciopero della fame, lo avrebbe continuato fino a quando non sarebbe stato ritrasferito alla settima sezione.

Lamentele sono state raccolte per la mancanza di distribuzione di prodotti igienici, la chiusura dei blindi a sera, che impediva il ricambio d’aria nelle notti afose, l’impossibilità per alcuni di acquistare ventilatori stante l’assoluta mancanza di disponibilità economiche, nonché la riduzione delle ore d’aria, che dovrebbero essere complessivamente 4 nell’arco della giornata, ma che, per carenze di organico del personale di polizia, si riducono con ritardi nel trasferimento ai passeggi e anticipazioni nei rientri. Il Garante ha poi chiesto di visitare la terza sezione che si sviluppa in tre piani per complessive 36 stanze circa.

La sezione era vuota, ma presentava stanze di superficie superiore ai 9 mq, con contiguo bagno più ampio e dotato di doccia. Chiesti chiarimenti, si è appreso che sarebbero in corso piccoli lavori di adeguamento, quali il cablaggio e la videosorveglianza, da realizzare tramite ditta esterna e con l’utilizzo di manodopera detenuti. Infine, si è appreso anche che in molte aree destinate ai passeggi “non sono state apportate modifiche a bassissimo costo, che sarebbero di grande sollievo per i detenuti durante la calura estiva”.


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