fbpx

In tendenza

Scommesse sportive clandestine: sequestrati 23 milioni di euro a due associazioni per delinquere

Sono 12 i soggetti coinvolti nelle indagini in corso, 9 sono stati destinatari di un provvedimento restrittivo

Il Gip del Tribunale di Marsala, su richiesta della locale procura della Repubblica ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di una somma di denaro di oltre 23 milioni di euro nei confronti di diversi soggetti gravemente indiziati di appartenere a due distinte associazioni per delinquere dedite alla raccolta clandestina di scommesse sportive sul territorio di Marsala, della Provincia di Trapani, con raccolta di denaro anche all’estero.

I fatti fanno riferimento ad una indagine condotta dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala, sotto la direzione della Procura, che ha permesso di evidenziare gravi indizi di colpevolezza nei confronti di nove soggetti che sono stati attinti da diverse misure cautelari sia per la partecipazione alle associazioni di che trattasi sia per i singoli reati scopo.

L’ordinanza del Gip dà atto della creazione di un sistema illecito per la raccolta di scommesse clandestine che ha determinato un volume d’affari pari a circa 23 milioni di euro, con giocate da parte di oltre 1.000 scommettitori alcuni dei quali addirittura residenti in Tunisia. Le indagini preliminari sono in corso ed hanno preso spunto dalla segnalazione di un privato cittadino.

Sono stati così sottoposti a particolare attenzione alcuni conti gioco regolarmente accesi da parte di una coppia di coniugi trapanesi, conti che risultavano presentare una elevata sproporzione tra il volume delle giocate eseguite rispetto alla capacità economica manifestata dagli stessi.

Nel prosieguo delle articolate indagini, anche di natura tecnica, veniva rilevato che detti coniugi erano inseriti in due distinte associazioni a delinquere che operavano separatamente, ma con le medesime modalità: una consisteva nel porsi come intermediari tra i privati scommettitori e i siti sui quali i soggetti avevano acceso regolarmente i propri conti gioco, permettendo cosi a detti scommettitori di rimanere anonimi; l’altro metodo, invece, consisteva nella raccolta delle scommesse e il successivo utilizzo di siti di scommesse esteri a ciò dedicati, privi delle autorizzazioni necessarie per poter operare in Italia.

Una volta eseguita la giocata in contanti veniva rilasciata apposita ricevuta cui seguiva, sempre in contanti, l’eventuale liquidazione della vincita. Le indagini, inoltre, grazie allo scambio di e-mail, al contenuto di chat e alle intercettazioni telefoniche, hanno permesso di individuare gli ulteriori soggetti coinvolti e di definire il ruolo ricoperto da ciascuno nell’illecita attività.

Dei 12 soggetti coinvolti nelle indagini in corso, fermo restando il principio di non colpevolezza, 9 sono stati destinatari di un provvedimento restrittivo in quanto – allo stato – raggiunti da gravi indizi di colpevolezza e, in particolare: 4 colpiti da una misura cautelare personale degli arresti domiciliari; 2 colpiti da una misura cautelare dell’obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza; 3 colpiti da una misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare la professione e attività imprenditoriali.

Il comparto del gioco pubblico, in considerazione delle significative prospettive di guadagno offerte, si conferma uno dei settori di maggiore interesse per la criminalità economica. Da ciò discende il costante impegno da parte della Guardia di Finanza a presidio della legalità nella repressione del gioco d’azzardo e di contrasto alle ludopatie, a salvaguardia del Fisco e degli attori della filiera che operano regolarmente, tenuto conto oltretutto che secondo l’ultimo report annuale della Dia il settore delle scommesse clandestine è spesso appannaggio delle più pericolose associazioni di tipo mafioso. Numerose inchieste degli ultimi anni hanno infatti mostrato con chiarezza che la criminalità organizzata ha ampliato le sue prospettive intercettando i settori potenzialmente più redditizi.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni