fbpx

In tendenza

Sedicenne morto in un incidente nell’Ennese: “Fu omicidio stradale chi sa parli”

Un perizia ha escluso tassativamente che il sedicenne avesse bevuto alcolici o assunto droghe, ma è emersa la drammatica ipotesi che Graziano sia in realtà la vittima di un omicidio stradale

Non morì per avere perso il controllo della moto, non era sotto l’effetto di alcool o stupefacenti. Per il perito della procura di Enna a determinare la perdita di controllo fu “la grave azione di disturbo da parte di un veicolo non individuato”.

“Adesso, chi sa qualcosa sull’incidente lo riferisca, per rendere giustizia a Graziano, ragazzo perbene e benvoluto da tutti”. E’ l’appello affidato all’Agi dall’avvocato Mario Consentino, legale dei familiari di Graziano Scaminaci Giulio, il sedicenne di Nicosia (Enna) che nel settembre del 2020 ha perso la vita in un incidente con la moto sulla statale 120 Nicosia-Troina, mentre rientrava a casa in una zona residenziale a una decina di chilometri da Nicosia.
L’incidente era avvenuto il 7 settembre del 2020 e il ragazzo era morto 12 giorni dopo, a Catania, dove era stato trasportato in elisoccorso.

A stabilire la dinamica dell’incidente, inizialmente ritenuto autonomo, è stata la perizia dall’ingegnere Emanuele Magro, disposta dalla procura di Enna, dopo la querela presentata dall’avvocato Consentino, soprattutto per fare chiarezza e rendere giustizia ai familiari, distrutti, non solo dalla gravissima perdita ma anche dalle tante voci e accuse fatte al ragazzo e alla famiglia per il presunto, quanto inesistente, stato di alterazione psico-fisica di Graziano.

Subito dopo l’incidente sui social, alle innumerevoli dichiarazioni di sgomento e solidarietà si erano rapidamente sostituite illazioni e supposizioni sulla possibilità che Graziano quella sera fosse ubriaco.

Ben presto i “commentatori” dei social si erano trasformati, come sempre accade quando un qualunque argomento tiene banco, in esperti di sociologia e problematiche giovanili, di fatto puntando il dito sulle famiglie che “non controllano” i figli adolescenti e sui gestori di bar, pub, luoghi di ritrovo che venderebbero alcolici ai ragazzini.

Il papà, la mamma e il fratello di Graziano, persone conosciute e stimate nella cittadina, titolari di una rivendita di tabacchi e di un’attività commerciale in contrada San Giacomo, travolti dal dolore della tragica perdita e dalle gravi illazioni, si erano rivolti all’avvocato Consentino che ha presentato un esposto in procura e ottenuto che venisse svolta una perizia.

In primo luogo, questa ha escluso tassativamente che il sedicenne avesse bevuto alcolici o assunto droghe, ma è emersa la drammatica ipotesi che Graziano sia in realtà la vittima di un omicidio stradale.

Una perizia che stabilisce a quasi due anni di distanza la verità, che Giacomo Scaminaci, il papà di Graziano, non potrà conoscere, perché stroncato a 52 anni da un infarto, sette mesi dopo la scomparsa del figlio.

Secondo la ricostruzione fatta dal perito, Graziano percorreva la statale 120 in direzione Cerami, con andatura regolare e a una velocità, contenuta tra i 45 e 47 km/h. Il ragazzo, quindi, non stava correndo con la sua moto.

Poco prima di arrivare a casa, in pieno rettilineo e prima di una curva a sinistra, a pochi metri dal bivio di San Giacomo, il giovane centauro – secondo il perito – è stato costretto a effettuare una manovra repentina che lo ha portato a uscire dalla sede stradale, percorrendo per pochi metri la banchina erbosa e poi, nel tentativo di rientro, lo scooter è scivolato, di fatto strisciando fino al muretto della parte opposta, dove è avvenuto l’impatto fatale.
“Analizzati ed elaborati tutti gli elementi, molto diligentemente acquisiti dai carabinieri intervenuti sui luoghi – spiega l’avvocato Consentino – il perito della Procura ha ipotizzato quattro ipotesi possibili, di cui ben 3 riconducibili a una grave azione di disturbo condotta da parte di un altro veicolo, mentre la quarta ipotesi, molto improbabile, potrebbe essere riconducibile a un malore del ragazzo, fatto quasi impossibile visto il tentativo immediato di rientro nella carreggiata che confermerebbe la massima attenzione alla guida”.

Sulla statale 120 non ci sono telecamere e quindi la madre e il fratello di Graziano hanno chiesto al loro legale di comunicare ai mezzi di informazione i risultati della perizia e lanciare un appello a chiunque possa avere informazioni sul mezzo che quella notte ha provocato l’incidente costato la vita a un ragazzino di 16 anni che amava la musica e il calcio.
Graziano aveva frequentato il corso di musica organizzato dall’oratorio parrocchiale di Santa Maria Maggiore, era un grande appassionato di calcio e militava nella categoria allievi della Polisportiva Nicosia. Dopo la doppia tragedia della perdita di Graziano e del marito, la madre e il figlio maggiore hanno voluto donare un defibrillatore alla scuola che si trova in contrada San Giacomo. Adesso tramite il loro legale lanciano l’appello, a chi avesse notizie, a farsi avanti.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni