Due anni e un mese di reclusione per l’accusa di maltrattamenti e lesioni: sono stati inflitti dal giudice Alfonso Malato nei confronti di un trentunenne di Lampedusa accusato di avere picchiato e umiliato la compagna costringendola pure ad assecondare i suoi approcci sessuali. La vicenda risale al 2017. La donna avrebbe subito numerose vessazioni e maltrattamenti di natura fisica e psicologica tali da provocarle “penose condizioni di vita”. L’imputato l’avrebbe continuamente umiliata con sputi, insulti e percosse e l’avrebbe segregata in casa impedendole di ricevere visite. La ragazza, inoltre, avrebbe subito degli approcci sessuali non voluti.
“Tanto sei una zoc…”, le avrebbe detto costringendola a soddisfare le sue necessità con la minaccia che avrebbe lasciato la loro figlia appena nata sotto il sole. Fra le percosse contestate, una in particolare: il 3 agosto l’avrebbe colpita con violenti calci al ginocchio e al piede procurandole delle lesioni. Il pubblico ministero Giada Rizzo aveva chiesto la condanna a 4 anni. Il trentunenne è stato pure condannato a risarcire l’ex compagna, costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Daniele Re, con 10mila euro.
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