“È una storia travagliata quella dei complessi termali di Sciacca e di Acireale – a parlare è Giusi Savarino, deputato all’Ars – tra sforzi economici del Governo Musumeci e tentativi parlamentari di rinnovare il settore e renderlo serio volano di sviluppo e crescita economica. Purtroppo il ddl di riforma del settore termale, nato proprio su iniziativa parlamentare, è oggi stravolto e snaturato con stralci della Presidenza d’Assemblea perché siamo in esercizio provvisorio. Anche noi in IV Commissione Ambiente abbiamo chiesto di rivederlo e proprio martedì prossimo faremo un’audizione in merito perché siamo convinti che la risorsa termale debba essere efficacemente sviluppata. Il percorso avviato dal governo Musumeci sulle terme di Sciacca – prosegue la presidente della IV Commissione Ambiente – è un percorso di rilancio che non ha precedenti e che prevede stanziamenti di fondi pubblici regionali, i cui lavori partiranno a breve, a risanamento del vandalismo e del degrado in cui le terme sono piombate in questi anni di abbandono dopo la chiusura del governo Crocetta. Contestualmente, visto che il mancato inventario dei beni del sito termale saccense da parte del Comune e il generale deperimento del patrimonio immobiliare ha fatto andare deserti i bandi regionali per l’affidamento delle proprietà, il governo Musumeci si è preoccupato di ristrutturare i luoghi con fondi regionali e in parallelo di far stilare a professionisti esperti in materia un piano industriale che rendesse appetibile l’investimento in ottica di un rilancio del turismo del benessere in Sicilia post pandemia. Ecco la differenza – conclude Savarino – tra chi chiude le terme e le abbandona e chi invece lavora perché queste possano tornare sul mercato ed essere effettivamente appetibili”.
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