Un gruppo di giovani, dopo avere sfondato a calci la porta d’ingresso, è entrato nella sede dello Sprar di Scordia, nel Catanese, colpendo a pugni alcuni dei giovani migranti ospiti e altri presenti. L’aggressione è stata ripresa dal sistema di telecamere di sicurezza. Sull’accaduto indagano i Carabinieri.
Sulla propria pagina di Facebook, lo Sprar di Scordia annuncia di avere “provveduto a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine”.
“La nostra comunità – si legge in un post accompagnato da foto della porta con il vetro in frantumi – ci ha dimostrato, più di una volta, di essere una realtà d’eccellenza, solidale, accogliente e certamente non razzista. Ci tenevamo a comunicare, prima che girino voci che non hanno ragion d’essere, che l’aggressione che hanno subito i nostri ospiti, mentre dormivano serenamente nelle loro stanze, è assolutamente immotivata. Tuttavia, l’amarezza, lascia spazio alla speranza. Per tale motivo – chiosa la nota su Fb – volevamo ringraziare chi, pur prendendosi qualche pugno, si è speso per cercare di proteggere i nostri ragazzi e il nostro centro”.
“Scordia, una comunità che si è sempre contraddistinta per accoglienza e inclusione, non è altro che lo specchio della realtà che stiamo vivendo. Futili motivazioni diventano il pretesto perfetto per scatenare il pregiudizio e la paura per il diverso ”, dichiarano la segretaria provinciale del Partito Democratico di Catania, Maria Grazia Leone e Mariam Suheli Chrouda, responsabile Pnrr e politiche del Mediterraneo del Pd etnea.
“Una violenza inaudita e ingiustificata contro chi viene descritto, dalla narrazione dominante, come “altro”, come “estraneo” e “pericoloso” ed è in realtà il più simile e il più vulnerabile . Invochiamo il supporto delle forze dell’ordine affinché si possano individuare immediatamente i responsabili e si possa fare luce su quanto accaduto”, continuano.
“Si tratta di un fatto di estrema gravità che rischia di diventare un precedente pericoloso. L’aggressione è avvenuta davanti alle telecamere – che fortunatamente erano presenti e funzionanti – e saranno preziose per l’identificazione di questo gruppo di individui. Ma come in ogni altro caso, non ci saranno mai telecamere che basteranno a prevenire aggressioni che sono figlie di un’ impostazione culturale ben precisa. La caccia allo straniero – proseguono Leone e Chrouda – è da sempre un campanello d’allarme che non bisogna sottovalutare. Esprimiamo vicinanza alla comunità migrante scordiense e a tutti coloro che sono intervenuti per difendere queste persone e confidiamo, adesso, nell’operato delle forze dell’ordine”.
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