Tutti a processo con l’accusa di avere raggirato dei disabili facendogli ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza, per poi appropriarsi della card e utilizzare i soldi per le proprie spese personali.Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, ha disposto il rinvio a giudizio dei sei imputati, gran parte dei quali riconducibili alla cooperativa sociale Oasi Emmanuele di Favara già al centro di una prima indagine sviluppata nell’ottobre del 2022 dai carabinieri della compagnia di Agrigento, che di recente ha portato ad alcuni rinvii a giudizio, su un presunto giro di spaccio e su alcuni episodi di ricatti sessuali e maltrattamenti che si sarebbero consumati all’interno della struttura.
Sotto accusa: Liliana Chiarelli, 34 anni; Gaetano Gramaglia, 33 anni; Paolo Graccione, 46 anni; Diego Vita, 53 anni; Salvatore Di Caro, 63 anni e Giovanni Di Caro, 30 anni; tutti di Favara. Gramaglia, Chiarelli, Graccione e Vita – il primo titolare della cooperativa, Chiarelli assistente sociale e gli altri due nella qualità di dipendenti – sono accusati di avere indotto numerosi disabili loro ospiti a presentare la domanda per ottenere il reddito di cittadinanza in maniera illecita ovvero omettendo di dichiarare che erano ricoverati, con spese a carico dello Stato, in una struttura di cura. La circostanza avrebbe portato a bocciare la loro richiesta di ottenere il beneficio. I soldi sarebbero stati utilizzati per pagare la manutenzione di due Porsche, dell’importo complessivo di 1.300 euro, di proprietà dei Di Caro; il conto di un hotel a Tarquinia e per fare acquisti in numerose attività commerciali. La prima udienza del dibattimento è in programma l’8 maggio davanti al giudice Nicoletta Sciarratta.
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