Simulò l’abbandono e il ritrovamento di un neonato che qualche ora prima aveva scoperto essere suo figlio. Per questo era stato condannato in primo grado a 2 anni di carcere, per abbandono di minore e l’appello si doveva discutere a fine estate. E’ morto improvvisamente nella notte tra domenica e lunedì, a Ragusa, il padre naturale del piccolo. Si estingue il reato. L’uomo non aveva mai riconosciuto il bambino. I fatti avvennero il 4 novembre del 2020, quando inscenò il ritrovamento del piccolo a Ragusa. Un bambino, secondo la tesi della sua difesa, sostenuta dall’avvocato Michele Sbezzi, che non è mai stato di fatto abbandonato. L’uomo il 4 novembre del 2020, era stato chiamato dalla ex compagna che aveva appena partorito in casa a Modica; al suo arrivo, gli aveva dato il bimbo. L’uomo invece di andare all’ospedale di Modica, tornò a Ragusa, simulò l’abbandono e il ritrovamento del piccolo. Una perizia di parte sostenne che l’uomo aveva avuto un comportamento irrazionale, dettato da una momentanea incapacità di intendere e che la simulazione dell’abbandono del neonato sarebbe stata causata da uno squilibrio psichico dovuto allo stress dell’improvvisa rivelazione che quel neonato era suo figlio; lo aveva appreso dalla ex compagna quando lo chiamò.
La madre naturale è attualmente sotto processo per abbandono di minore con rito ordinario davanti al giudice monocratico del Tribunale di Ragusa. Quel bambino è protagonista suo malgrado di una contesa legale che vede contrapporsi la madre naturale, alla famiglia affidataria che ha tra le braccia quel bimbo da quando aveva 20 giorni di vita. Il piccolo venne soccorso e trasferito all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, non aveva il cordone ombelicale clampato e pur riprendendosi in fretta era giunto al nosocomio in condizioni di rischio per la vita. Dopo una ventina di giorni venne dato in pre adozione ad una famiglia di fuori provincia. La madre naturale del bambino attraverso il suo legale, l’avvocato Angelo Iemmolo chiese e ottenne l’annullamento della dichiarazione di adottabilità del piccolo su cui si è pronunciata la Cassazione, “certificando” l’errore del Tribunale dei minorenni di Catania che non avrebbe verificato il fatto che quel bambino i genitori naturali li avesse, privando loro anche del diritto di “ravvedimento”. Il Tribunale per i minorenni di Catania, adeguandosi alla Cassazione, aveva stabilito che il piccolo ritornasse con la madre naturale entro il 2023, dopo un percorso di conoscenza e di accompagnamento che però non risulterebbe ancora iniziato.
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