“Il Csm ha deliberato la nomina di un magistrato non legittimato al posto, deve disporsi l’annullamento della delibera gravata, con restituzione degli atti all’organo di autogoverno affinché eserciti nuovamente il potere di conferimento dell’incarico”. Lo scrivono i giudici della Prima sezione del Tar Lazio in merito alla controversia relativa la nomina del procuratore aggiunto di Caltanissetta. Lo scorso anno era stata deliberata la nomina del giudice di Roma Nicolò Marino, che è anche parte civile al processo Montante che si celebra a Caltanissetta, ma il sostituto procuratore Pasquale Pacifico ha impugnato la delibera perché Marino ha precedentemente avuto una censura disciplinare. Il processo Montante, quindi, continuerà a essere celebrato davanti al tribunale collegiale di Caltanissetta.
Il processo sul cosiddetto “Sistema Montante” che si celebra a Caltanissetta nei confronti di 30 imputati, per il momento, dunque, rimarrà a Caltanissetta dopo che il Tar Lazio ha accolto il ricorso di Pasquale Pacifico, attuale sostituto al tribunale di Caltanissetta, sulla nomina di Nicolò Marino, gip del Tribunale di Roma, a procuratore aggiunto di Caltanissetta. Lo ha reso noto, nel corso dell’udienza di questa mattina, il pm Maurizio Bonaccorso. C’era il rischio di un imminente trasferimento a Catania. Domani il Consiglio di Stato, di conseguenza, dovrebbe dichiarare il non luogo a procedere sull’appello cautelare proposto da Marino in considerazione del fatto che è già intervenuta la sentenza di merito. Nell’udienza dello scorso 5 gennaio, Marino – che adesso potrebbe ricorrere contro la decisione del Tar Lazio – tramite il suo legale, ha comunicato di rinunciare alla sua costituzione di parte civile.
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