La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito delle indagini relative all’aggressione con arma da fuoco subita in questo capoluogo 3 mesi addietro da un 23enne di Catania, in rapporti di parentela con un esponente di spicco del clan dei “Cursoti Milanesi”, ha chiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale etneo un provvedimento cautelare degli “arresti domiciliari”, eseguito dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante, nei confronti di, AYADI Agatino, PROIETTO Anthony e ABDAOUI Ali Tarek, nato in Algeria il 4.2.1993, i primi due già noti alle Forze dell’Ordine, poiché gravemente indiziati di “lesioni aggravate” e “porto illegale di arma da fuoco”.
In particolare, l’episodio delittuoso da cui è scaturita l’odierna misura restrittiva si è verificato lo scorso pomeriggio del 2 gennaio a Catania, in viale delle Medaglie d’Oro, quando la vittima era stata raggiunta dinanzi alla propria attività commerciale da 3 individui, che dopo averlo colpito con calci, pugni e un bastone di legno su varie parti del corpo, lo avevano ferito alla gamba sinistra con un colpo di pistola. In quel frangente il malcapitato aveva riportato circa 30 giorni di prognosi per trauma cranico, contusioni varie e una lesione d’arma da fuoco, a pochi millimetri dall’arteria femorale.
A seguito del violento pestaggio, sono state quindi immediatamente avviate le necessarie attività investigative da parte dei militari dell’Arma che, attraverso attività tecniche e dinamiche, ulteriormente corroborate sia dalla disamina delle immagini dei sistemi di videosorveglianza installati sul luogo dell’evento e sulle vie di fuga, sia dagli esiti degli accertamenti medico-legali effettuati sulla persona offesa, hanno permesso di raccogliere, in uno stato del procedimento nel quale non si è ancora realizzato il contraddittorio tra le parti, gravi e concordanti indizi di colpevolezza a carico dei 3 indagati.
Al riguardo, le investigazioni avrebbero consentito di far luce sull’esatta dinamica dei fatti e sulle motivazioni all’origine dell’aggressione. In tale contesto, sarebbe quindi emerso come AYADI Agatino, con l’intento di chiarire una pregressa lite avuta qualche giorno prima nel quartiere San Cristoforo con un suo parente e alcuni suoi amici, tra cui la vittima, avrebbe organizzato una spedizione punitiva nei loro confronti, coinvolgendo gli altri due indagati. Il gruppo pertanto, durante la battuta di ricerca, nel transitare su due autovetture lungo viale delle Medaglie d’Oro, avrebbe riconosciuto il malcapitato, decidendo così di attuare una prima fase della ritorsione. Scesi quindi dai veicoli, i 3 avrebbero accerchiato il giovane catanese, suddividendosi di fatto i ruoli durante il pestaggio. Difatti, mentre AYADI avrebbe colpito il 23enne con una mazza alla testa, PROIETTO lo avrebbe centrato con un colpo di pistola con silenziatore alla gamba sinistra e infine ABDAOUI lo avrebbe picchiato con calci e pugni su tutto il corpo.
Alla base della gambizzazione ci sarebbero precedenti screzi tra i soggetti coinvolti. Tutto infatti sarebbe nato nel periodo tra Natale e Capodanno scorso, quando AYADI Agatino, accompagnato da PROIETTO, si sarebbe recato presso l’abitazione di un suo parente, per redarguirlo in merito al comportamento tenuto all’interno di un locale notturno di questo centro, dove lo stesso AYADI lavorava come buttafuori. In tale circostanza, la coppia sarebbe invece stata sorpresa da un gruppo di otto/dieci persone, le quali li avrebbero picchiati con bastoni ed altri oggetti atti ad offendere. A tale colluttazione avrebbe quindi partecipato anche la vittima che, unitamente al resto del gruppo, avrebbe preso le difese del parente di AYADI.
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