Restano in carcere Giovanni Barreca, 54 anni, e la coppia di amici, Massimo Carandente e Sabrina Fina, accusati di omicidio plurimo e soppressione di cadavere per la strage di Altavilla Milicia. Lo ha deciso la gip di Termini Imerese, Valeria Gioeli, sciogliendo la riserva dopo la udienza di convalida del fermo emesso dalla procura di Termini guidata da Ambrogio Cartosio, che si è svolta ieri al carcere di Pagliarelli. La gip ha convalidato il fermo per Fina e Carandente e non per Barreca, marito e padre delle vittime, per il quale ha confermato la misura restrittiva in carcere, come richiesto dal sostituto procuratore Manfredi Lanza. Nel corso dell’udienza di convalida i tre indagati ieri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Giovanni Barreca è accusato di avere ucciso la moglie Antonella Salomone e i due figli di 5 e 16 anni. Massimo Carandente e Sabrina Fina avrebbero avuto il ruolo di complici. Secondo le indagini dei carabinieri Barreca, Carandante e Fina si sarebbero conosciuti in una chiesa evangelica. Erano tuti fanatici religiosi. Il triplice omicidio sarebbe maturato in questo contesto, Barreca avrebbe infatti detto agli inquirenti, che doveva “liberare” la sua casa e suoi familiari dalla presenza del demonio. Da quanto emerso dalle indagini – anche sentendo la terza figlia diciassettenne, risparmiata dal padre e trovata in stato confusionale domenica mattina – nella casa di Altavilla sarebbe stato eseguito anche un rito esorcistico.
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