La vittima dello stupro di Palermo ha ripetuto punto per punto le proprie accuse, che adesso varranno a tutti gli effetti come prova formata in dibattimento, così come previsto dal codice: la diciannovenne, sottoposta al fuoco di fila delle domande da parte dei difensori (molte delle quali stoppate dal Gip Clelia Maltese), ha spiegato che i sei aggressori maggiorenni all’epoca del fatto, più l’allora minorenne Riccardo Parrinello, abusarono di lei contro la sua volontà:
“Ero contraria e lo dissi subito – ha detto al giudice e ai pm – non sono mai stata consenziente. Sono stata anche picchiata con calci e pugni, quando mi sono rifiutata”. In alcuni momenti della deposizione i sei indagati nella gabbia della corte d’assise di Palermo hanno dato segni di insofferenza e il giudice li ha immediatamente ripresi, avvisandoli che sarebbero stati cacciati, nel caso avessero proseguito. Gli indagati presenti erano Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia. Alcuni di loro hanno già fatto sapere che intendono farsi processare col rito abbreviato, per puntare sugli sconti di un terzo della pena. La tesi del consenso della vittima è stata infatti oggi del tutto smontata e le vie d’uscita per la difesa sono veramente poche.
Si è concluso dopo oltre sei ore il lungo “esame” e “controesame” della giovane stuprata al Foro Italico di Palermo. La vittima, diciannovenne, aveva denunciato i suoi aggressori, tutti presenti nell’aula della prima sezione della corte d’assise del capoluogo siciliano. Secondo quanto si è appreso, nel corso dell’incidente probatorio il Gip Clelia Maltese ha subito stoppato le domande dei difensori degli indagati, tendenti a scavare nel passato (anche recentissimo) della ragazza, che secondo i sei giovani sotto accusa sarebbe stata consenziente e sarebbe stata anche disponibile, in occasioni precedenti, a fare sesso con più di un partner per volta, facendosi riprendere in video e foto. I
ll giudice ha circoscritto le domande all’episodio del cantiere abbandonato del Foro Italico, lo stupro del 7 luglio scorso. La ragazza non era fisicamente in aula ma collegata da un’altra stanza del palazzo di giustizia, in modo da non vedere e non poter essere vista dagli indagati. L’incidente probatorio è un’anticipazione dell’eventuale dibattimento: la “persona offesa” non dovrà più essere sentita in aula e rivivere i terribili momenti dell’aggressione e degli abusi.
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