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Sviluppo. Barbagallo (PD): “Politiche verdi, innovative e progressiste per crescita economica e sociale della Sicilia”

L'esponente dei Dem ha illustranto l’idea del PD per un nuovo sviluppo industriale italiano e siciliano

È necessario studiare, discutere e proporre una nuova politica industriale sia a livello nazionale ma anche e soprattutto per la Sicilia. Le Politiche da portare avanti devono essere verdi, innovative (cioè orientate dalla transizione digitale, dalla ricerca e dal trasferimento tecnologico), giuste (devono cioè guardare agli equilibri territoriali e dare un importante contributo alla coesione sociale) e di “visione progressista”, ovvero capaci capaci di promuovere nuovi modelli di sviluppo economico e sociale con al centro la buona occupazione”. Così il segretario regionale del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, dopo i saluti della segretaria del PD di Catania, Maria Grazia Leone, illustrando l’idea del PD per un nuovo sviluppo industriale italiano – e siciliano – intervenendo oggi a Catania all’iniziativa denominata “Impresa domani: un piano industriale per l’Italia. Innovazione, tecnologie e intelligenze”.

Un momento di confronto, dibattito e proposte, quello organizzato dal PD nazionale nel capoluogo etneo, a cui hanno partecipato: Stefano Arnaldi, responsabile Innovazione del PD; Antonio Misiani, responsabile Imprese del PD; Antonio Nicita, vice capogruppo del PD al Senato; Brando Benifei, capo delegazione PD al Parlamento europeo; Anna Ascani, vice presidente della Camera dei deputati; Lorenzo Basso, vice presidente della commissione Innovazione tecnologica, al Senato;  Andrea Casu, deputato e componente della commissione Trasporti, Poste e e Telecomunicazioni.

In platea anche le aziende di hi-tech e innovation technology: Sanzio Bassini, direttore dipartimento High Performance Computing, Cineca; Viviana D’Alto, direttrice delle attività di Artificial Intelligence SW & Tools, St Microelectronics; Fabio Panunzio Capitani, chief business evelopment officer, Sparkle; Angelo Ferraro, consigliere Innovup; Laura Di Raimondo, direttore generale Asstel; Lorenzo Repetti, direttore politico, Confederazione europea dei sindacati; Diego Ciulli, responsabile affari istituzionali, Google; Angelo Mazzetti, responsabile affari istituzionali, Meta; Francesca Bitondo, responsabile affari istituzionali, Microsoft; Eleonora Faina, direttore generale Anitec; Sandro Bicocchi, PWC.

Per fare alcuni esempi: occorrono – ha proseguito Barbagallo – filiere più robuste e articolate; sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove aziende e di nuove filiere: quelle legate alla catena del freddo per l’alimentare; quelle relative alla produzione di ciò che serve a produrre energia da fonti rinnovabili; quelle che intervengono a completare la filiera dell’economia circolare. La nostra regione tuttavia si conferma terra di paradossi. Si avvia a diventare hub mediterraneo per l’energia elettrica da fonti rinnovabili, ma gran parte della sua produzione elettrica continua oggi ad essere fornita da fonti fossili. Sul fronte digitale ha una diffusione di rete tra le più alte in Italia, gran parte della quale tuttavia è lontanissima dagli obiettivi fissati dalla UE al 2025, ha un basso indice di conoscenze digitali e un basso numero di imprese che l’utilizzano”.

Ecco, quindi, in sintesi, alcune proposte di intervento: “Le politiche industriali non devono concentrarsi prevalentemente – ha aggiunto – sull’aumento dell’offerta di incentivi alle imprese. Occorre invece incrementare gli investimenti pubblici sui contesti per renderli più competitivi e accoglienti per le imprese e indirizzare le risorse per stimolare la domanda su settori innovativi e su quelli trainanti. Investire dunque sull’attrezzatura del territorio e favorire nuovi fattori aggregativi di imprese, centri di ricerca, innovation center, data center, incubatori e acceleratori. Puntando le le risorse verso alcuni settori strategici quali l’agroalimentare, le fonti di energia rinnovabile, l’economia circolare, la chimica verde, il digitale. E migliorare al contempo – ha concluso – qualificare le aree industriali e realizzare centri di servizi avanzati”.


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