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Teatro Biondo di Palermo a rischio crac, Puglisi: “Politica inadeguata”

Una crisi finanziaria importante dopo che il Comune di Palermo, socio insieme alla Regione dello Stabile, non ha garantito il milione e mezzo di contribuzione per il 2021 e non ha dato nessuna certezza per il 2022

“C’è un problema grave di politica, di classe dirigente. Il Teatro Biondo sta facendo la sua parte, pur tra mille difficoltà, per preservare qualità artistica, occupazione e stipendi, ma la politica torni a fare la politica e non si occupi solo di poltrone e di consenso elettorale”. Alza i toni, parlando con i giornalisti, il presidente del Teatro Biondo di Palermo, Giovanni Puglisi, alle prese con una crisi finanziaria importante dopo che il Comune di Palermo, socio insieme alla Regione dello Stabile, non ha garantito il milione e mezzo di contribuzione per il 2021 e non ha dato nessuna certezza per il 2022, tanto che si è astenuto in sede di approvazione del bilancio di previsione 2022. La Regione ha invece confermato il suo impegno finanziario di 2,5 milioni, pur escludendo un incremento, mentre dal ministero sono arrivati 1,19 milioni.

“Il sindaco Orlando ha manifestato sofferenza per questa situazione – spiega Puglisi – e ha dato una rassicurazione verbale per il 2022″. Assicura che il teatro e lui come presidente “non intendono entrare nelle kermesse elettorale: per il Comune si vota domani, per le Regionali dopodomani. Restiamo fuori e io non partecipo alla ressa di candidati per Palazzo delle Aquile – e ci vuole poco perché che servano i vigili urbani – ma abbiamo la necessità di tutelare un bene che è di tutti e che è riuscito a realizzare una stagione importante”.

Sul futuro restano le nebbie, la stagione estiva è a rischio, così come la programmazione futura. L’ente ha dovuto navigare in acque agitate, tra manovre contabili che finora hanno evitato il peggio, tagli mirati, accantonamenti, gestione in dodicesimi fino a giugno. Sullo sfondo c’è un disavanzo di circa 1,2 milioni che impone un piano di ammortamento e impedirà bilanci in pareggio nei prossimi anni. “La qualità e l’occupazione non sono mai stati messi in discussione, ma è mancata la politica – riprende Puglisi – e adesso siamo in un momento delicato, a due ore dalle elezioni comunali. Il problema non è Luca Orlando… si va verso l’elezione di un nuovo sindaco e vedremo con chi avremo a che fare. Dovremmo fare una processione per chiedere a Santa Rosalia che i palermitani votino bene”. Ma non è pensabile – per Statuto, innanzitutto, ma anche per identità – uno Stabile senza Comune. Così i prossimi sei mesi saranno vissuti ‘pericolosamente’ in attesa che Palazzo delle Aquile batta un colpo decisivo.

“Il teatro ha fatto squadra – ha ribadito il direttore Pamela Villoresi – e ciò ha permesso di garantire 34 spettacoli, 18 coproduzioni, 15 con teatri nazionali e tre esteri, consentendo ai nostri attori di fare esperienze anche al di fuori della Sicilia; sono state garantire 14 mila giornate lavorative. Questo perché tutti hanno dato il massimo. E ce la caveremo ancora, così come abbiamo superato la pandemia”.

Resta fondamentale, ha avvertito il segretario provinciale alla cultura Slc-Cgil, Maurizio Rosso, intervenuto durante l’incontro con la stampa, “il piano industriale. Se i privati non sono presenti come avviene altrove, come avviene alla Scala, è perché manca un progetto ampio, di almeno a sei anni. Ed è necessario attivare un tavolo con i sindacati. Siamo pronti a occupare simbolicamente il teatro”.


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