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Telescopio spaziale sulle Madonie, il Tar dà il via libera ai lavori

Il Flyeye è previsto come la prima unità di una rete globale di telescopi per il monitoraggio degli oggetti potenzialmente pericolosi vicini alla Terra

Il Tar di Palermo ha dato il via libera definitivo ai lavori per la realizzazione dell’Osservatorio astronomico dell’Agenzia spaziale europea, sulla sommità del monte Mufara. La struttura, denominata ‘Flyeye’, sorge sulla catena montuosa delle Madonie, in territorio di Petralia Sottana (Palermo) ed era stata lungamente osteggiata dagli ambientalisti, autori di un ricorso su cui adesso gli stessi presentatori hanno dichiarato la sopravvenuta carenza di interesse; i giudici amministrativi lo hanno così dichiarato improcedibile.

Decisivo era stato il provvedimento cautelare con cui il Tar aveva rigettato il primo ricorso, accogliendo le tesi dell’avvocato Girolamo Rubino, difensore dell’Ente Parco delle Madonie, interessato a mandare avanti l’opera. L’iter amministrativo era iniziato nel 2022 e aveva visto coinvolti la Regione Siciliana, l’Ente Parco e l’Esa, l’Agenzia spaziale, che aveva ottenuto i provvedimenti di assenso e autorizzativi per la realizzazione nel territorio di Petralia Sottana. Il Flyeye è previsto come la prima unità di una rete globale di telescopi per il monitoraggio degli oggetti potenzialmente pericolosi vicini alla Terra.

Nella discussione del ricorso cautelare c’erano state due fasi: in un primo momento il presidente del Tar aveva sospeso, in via di urgenza, le autorizzazioni, costringendo a rinviare la posa della prima pietra, prevista alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Poi, però, il collegio del tribunale amministrativo regionale aveva respinto la richiesta di sospendere i lavori: l’avvocato Rubino aveva infatti eccepito la tardività e l’inammissibilità del ricorso proposto dalle associazioni ambientaliste, in quanto il vero e proprio provvedimento autorizzatorio rilasciato dal Suap (sportello unico attività produttive) madonita era stato rilasciato nel maggio 2023, ovvero un anno prima della proposizione del ricorso, che era così risultato fuori termine.

Nel merito la difesa aveva osservato come il progetto dell’Osservatorio astronomico (sostenuto da una lettera aperta firmata da numerose personalità del mondo della cultura e della scienza) risultasse certamente compatibile con i vincoli vigenti all’interno del Parco delle Madonie, dove è espressamente consentita la realizzazione di strutture destinate alla ricerca scientifica.

Ora, col ritiro del ricorso e la dichiarazione di improcedibilità da parte del Tar, i lavori potranno andare avanti senza altri ostacoli.


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