Con grandi sforzi è riuscito solo a dire le sue generalità e poi si è avvalso della facoltà di non rispondere, il 22enne di origine guineiane che lunedì mattina avrebbe cercato di rapire un neonato strappandolo dalle braccia della madre che lo teneva a contatto con il corpo dentro il marsupio porta infanti.
E’ accaduto davanti al centro vaccinale di via Licitra; la donna era accompagnata dal marito che stava spingendo il passeggino con l’altra figlia di 3 anni. La reazione della donna e l’intervento del marito, di alcuni passanti e di due poliziotti del nucleo logistico che transitavano in zona hanno impedito che il reato si consumasse. Tornando all’interrogatorio di garanzia dell’udienza di convalida che si è svolta in carcere, il giovane guineiano è comparso davanti al giudice assistito dal legale Giovanni Mangione, nominato d’ufficio e confermato di fiducia.
Il pubblico ministero ha chiesto la convalida dell’arresto, avvenuto in flagranza di reato ad opera dei carabinieri – sopraggiunti allertati dal 112 – e la custodia cautelare in carcere. L’avvocato dell’indagato non si è opposto alla convalida ma in luogo del carcere ha chiesto che il giovane venga affidato ad una ‘Rems’ – residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza – struttura che ha carattere transitorio. Se ne ricorre generalmente quando emergano elementi dai quali risulti che è la sola misura idonea ad assicurare cure adeguate ed a fare fronte alla pericolosità sociale di una persona con disturbi mentali. Il difensore avrebbe espresso la considerazione che l’indagato non sembrerebbe in grado di partecipare coscientemente alle fasi del procedimento. La decisione è attesa per il tardo pomeriggio.
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