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“Ti faccio morire sotto le mie mani”, in carcere un uomo violento

La vittima, da mesi sottoposta a maltrattamenti, gravi lesioni personali ed estorsioni da parte del convivente, viveva un rapporto familiare ormai degenerato, a causa del consumo “smodato” di droga da parte dell’indagato

La Procura di Catania, nell’ambito dell’attività investigativa svolta dai Carabinieri della Stazione di Librino a carico di un 30enne catanese, indagato per “maltrattamenti in famiglia”, “estorsione” e “lesioni personali aggravate”, ha richiesto e ottenuto dal Gip del Tribunale di Catania, nei suoi confronti, la misura cautelare della custodia in carcere, eseguita dal medesimo comando.

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno fatto luce sulle condotte vessatorie, ripetute dal 2023 fino allo scorso mese di marzo, dell’indagato nei confronti della convivente, una 27enne catanese.

La vittima, da mesi sottoposta a maltrattamenti, gravi lesioni personali ed estorsioni da parte del convivente, viveva un rapporto familiare ormai degenerato, a causa del consumo “smodato” di droga da parte dell’indagato il quale, approfittando del contesto domestico e della sua maggiore forza fisica, costringeva la donna anche tramite minacce di morte e violenze, a farsi consegnare somme di denaro per comprarsi le dosi di crack.

La malcapitata, in particolare, ingiuriata pesantemente e minacciata dal compagno: “ti faccio morire sotto le mie mani, ti porto in campagna e ti uccido, ti infilo un coltello in testa se ancora parli” per costringerla a “mollare” i soldi, subiva dall’uomo, in più occasioni, pugni sulle cosce e tirate di capelli.

L’8 febbraio scorso, mentre i due erano in macchina, alla richiesta della 27enne della restituzione di una somma di denaro che gli aveva prestato, il 30enne, per tutta risposta, dopo aver arrestato la marcia del veicolo, apriva lo sportello e la tirava violentemente fuori dall’abitacolo. Dopo averle sferrato uno schiaffo, la colpiva sul naso con una pedata per poi accompagnarla a casa dei genitori di lei mentre perdeva copiosamente sangue dal naso. Per tale trauma la donna è stata giudicata guaribile in 35 giorni dal personale sanitario che l’ha visitata.

Ancora nel mese di marzo, dopo che, in tarda mattinata, la donna aveva invitato il compagno ad alzarsi dal letto, questi reagiva lanciandole contro una racchetta da tennis, che la colpiva sulla testa, provocando un rigonfiamento sul capo.

Infine, nella notte tra il 29 e il 30 marzo scorso, al fermo rifiuto della vittima di consegnargli il denaro richiesto per comprare della droga, seguiva il tentativo di lei di contattare il 112 NUE, senonché, lui le prendeva il cellulare e lo rompeva.
La donna, esasperata dalle continue richieste di soldi, aveva anche fatto presente più volte all’uomo che aveva sprecato tutti i loro risparmi per comprare la droga. In una di tali occasioni, avvenuta sempre a fine marzo, il 30enne la colpiva improvvisamente con schiaffi sul viso, pugni in testa.

Tali condotte sono state riscontrate compiutamente e comunicate dai militari dell’Arma all’Autorità Giudiziaria che, in ragione delle esigenze cautelari ravvisate, ha emesso la misura della custodia cautelare in carcere a carico del 30enne.


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