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“Ti levo la vita”, a giudizio l’imprenditore che aveva minacciato un sindaco

Il titolare di una ditta di autonoleggio non aveva gradito l'ordinanza che imponeva precise limitazioni della circolazione delle autovetture legate alle nuove normative di natura ambientale

A giudizio con le accuse di minacce all’allora sindaco di Lampedusa. “Cu ci leva u’ pani ai miei figghi i’ ai miei niputi, io ci levo a’ vita. Totò, u’ capisti? (A chi leva il pane ai miei figli e ai miei nipoti io gli levo la vita. Totò, lo hai capito?, ndr)”. E ancora: “Ti manciu u cori…ripensaci perché stavolta minni vaiu in galera”. L’imprenditore Stefano Cucina, titolare di una ditta di autonoleggio dell’isola, non aveva gradito l’ordinanza allora emessa dal sindaco di Lampedusa del tempo, Salvatore Martello, che imponeva precise limitazioni della circolazione delle autovetture legate alle nuove normative di natura ambientale. Il provvedimento, in particolare, prevedeva il divieto di circolazione delle auto e dei veicoli commerciali “Euro 0”, “Euro 1” ed “Euro 2”, e dei ciclomotori “Euro 0”. Stefano Cucina, temendo di vedersi bloccare gli affari della sua attività, pubblicò una diretta Facebook con cui “invitava” il sindaco a rivedere la propria posizione, aggiungendo che, in caso contrario, gli avrebbe “tolto la vita”, “manciato u cori” e si sarebbe “rovinato” finendo “in galera”. Dopo la denuncia, Cucina è finito a processo davanti al giudice monocratico Manfredi Coffari e l’ormai ex sindaco si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Nicolò Grillo.

Il difensore dell’imputato, l’avvocato Salvatore Patti, ha fatto presente che, due giorni dopo, il 14 gennaio del 2021, lo stesso Cucina ha pubblicato un secondo video con cui chiedeva scusa. Il giudice, alla luce di questo fatto, ha chiesto a Martello, che ha detto in aula di non avere mai saputo delle scuse pubbliche, se intendeva ritirare la denuncia. “Al momento no – ha risposto – per me non cambia nulla. Ho avuto paura – ha detto rispondendo al pubblico ministero Salvatore Caradonna – perchè in passato ho subito danni molto seri. Mi hanno pure bruciato una casa”.


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