Viaggi più rapidi e sicuri dalla Tunisia all’Europa in cambio di tariffe più alte di quelle richieste ai migranti per una traversata del Mediterraneo su barche fatiscenti e pericolose: li organizzava un clan criminale italo-tunisino che aveva il centro di comando a Marsala e che è stato “disarticolato” in un’operazione congiunta della polzia italiana insime a Europol e alla polizia tunisina. Sono state fermate in tutto 12 persone, delle quali sei italiani e sei tunisini, su provvedimento emesso dalla Dda della Procura della Repubblica di Palermo, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nella forma aggravata.
Nel corso delle indagini sono stati arrestati otto presunti scafisti, tutti di nazionalità tunisina, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli arresti in flagranza sono stati eseguiti nel corso di quattro distinti sbarchi, avvenuti sulle coste marsalesi rispettivamente il 29 giugno, il 14 e il 24 agosto e il 15 settembre scorsi. Quattro di essi sono stati indagati anche per resistenza a navi da guerra, avendo tentato la fuga nonostante l’intervento di navi della Guardia di Finanza, giunte in soccorso delle barche. In un’occasione, gli scafisti avrebbero ordinato di sparare contro la nave militare dei razzi luminosi.
I migranti che il sodalizio avrebbe introdotto clandestinamente in Italia sono 73, tra cui 12 minorenni e 6 donne. Tutti sono stati soccorsi e identificati dagli investigatori della Polizia di Stato subito dopo l’approdo sulle coste marsalesi. Tra i clandestini, 19 sono stati tratti in arresto per reingresso illegale nel territorio nazionale. Inoltre, quattro migranti sono stati arrestati in esecuzione di un provvedimento definitivo di condanna per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti. La polizia ha sequestrato quattro gommoni, tutti messi a disposizione dalla cellula italiana attiva a Marsala.
Era la cellula marsalese,composta da italiani e tunisini, a coordinare almeno dall’agosto del 2022 i viaggi, definiti “Vip” da alcuni testimoni per sottolineare che avvenivano su barche dotate di motori di grossa cilindrata e sulle quali viaggiava un numero non superiore a 20 persone. Le tariffe andavano da 3.000 a 6.000 euro a viaggio e gli scafisti venivano reclutati tra tunisini che risiedevano in Italia, anche grazie alla complicità di un ex poliziotto del Paese maghrebino ma operativo a Marsala, nel Trapanese. L’uomo, secondo le indagini svolte dalle Squadre mobili di Palermo e di Trapani e dal personale del Servizio Centrale Operativo e dalla Sisco di Palermo, è un richiedente protezione internazionale ed è uno dei principali promotori dell’organizzazione. Era lui a tenere i contatti con il massimo esponente della cellula attiva in Tunisia, destinatario del medesimo provvedimento restrittivo, che a sua volta procacciava i migranti, e decideva le tariffe e le condizioni del viaggio dalle coste settentrionali della Tunisia a quelle siciliane. Sarebbe emerso il passaggio di una somma di denaro di circa 90 mila euro da uno degli organizzatori tunisini del traffico a un indagato italiano.
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