Due anni, 9 mesi e 20 giorni di reclusione per il 72enne Gaetano Agozzino, l’automobilista accusato di avere rimosso le transenne dell’Anas, nonostante il divieto degli addetti alla sicurezza, e di essersi immesso nel circuito del Giro d’Italia travolgendo e uccidendo un motociclista che faceva parte della carovana.
La sentenza è stata emessa dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, che lo ha riconosciuto colpevole di resistenza a pubblico ufficiale e omicidio stradale.
La vittima è l’automobilista quarantottenne Leonardo D’Amico di Sambuca di Sicilia. L’incidente avvenne nei pressi di Maddalusa il 9 maggio del 2018, giorno della tappa agrigentina del Giro d’Italia. D’Amico morì dopo tre settimane. Agozzino, ragioniere commercialista in pensione, in occasione dell’interrogatorio di convalida, aveva spiegato di avere perso la testa perché gli addetti dell’Anas gli avevano detto che avrebbe dovuto aspettare molte ore prima di potere rientrare a casa.
L’anziano era andato in contrada Maddalusa per fare jogging e, al ritorno, trovò la strada bloccata perchè era in corso la tappa. Agozzino restò ai domiciliari per tre mesi e mezzo. La pena decisa dal giudice, già ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato, è inferiore rispetto ai 4 anni chiesti dal pubblico ministero Elenia Manno.
Il difensore, l’avvocato Salvatore Maurizio Buggea, aveva sottolineato che l’incidente era stato provocato pure dalla condotta del motociclista “la cui presenza all’interno del circuito non era stata mai autorizzata come emerso dalla testimonianza dell’organizzatore del Giro d’Italia”.
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