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Uccise il nipote ma lo colpì per errore a Palermo: pena dimezzata

L'uomo corse in soccorso del nipote ed esplose alcuni colpi di pistola

La Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha dimezzato la pena inflitta a Giuseppe Lombardino, che nel giorno di Santo Stefano del 2019 uccise il nipote Francesco Paolo Lombardino, di 47 anni. Il delitto venne commesso per errore, hanno dimostrato i difensori, gli avvocati Maria Teresa Nascè e Riccardo Ruta: per questa ragione il collegio ha portato la condanna di Lombardino da 15 anni a 8 anni e 8 mesi.

L’omicidio avvenne nel quartiere Cep e sarebbe legato a una lite riguardante una partita di droga: l’obiettivo dell’assassino sarebbe stato uno spacciatore di droga, Carmelo Testagrossa, che, ferito a coltellate in una precedente lite con Lombardino, era andato sotto casa di lui a protestare tirando pietre e bottiglie. In soccorso del nipote arrivò Lombardino, che esplose un colpo di pistola: in appello i legali, grazie a una perizia balistica chiesta e ottenuta dai giudici, hanno dimostrato che a colpire la vittima a una gamba fu una scheggia di rimbalzo: gli spari erano diretti contro Testagrossa, che riuscì a evitarli. Lombardino, nonostante la fortissima emorragia, si sarebbe salvato se in suo soccorso fosse intervenuto il 118, non chiamato dai parenti, che lo portarono autonomamente in ospedale. E del resto nemmeno Testagrossa aveva denunciato né si era fatto medicare al pronto soccorso per le due coltellate precedentemente subite.


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