Una condanna all’ergastolo, un’assoluzione per l’accusa di omicidio e la condanna a tre anni per alcuni furti. Si conclude così il processo di appello per quella che è stata definita “La faida di Palma di Montechiaro”. Una lunga scia di sangue tra famiglie iniziata nel 2015 e proseguita nel 2017. Proprio per l’esecuzione, 7 anni fa, di Salvatore Azzarello, ucciso nelle campagne tra Agrigento e Palma in contrada Burraiti, è stato condannato Ignazio Rallo, difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo. Assolto invece l’altra persona accusata, cioè Roberto Onolfo, che ha ricevuto una condanna di tre anni per alcuni furti. L’inchiesta avrebbe fatto luce su una vera e propria faida. A innescare la violenza sarebbe stato il furto di un trattore.
Il 9 novembre del 2015, prima dell’omicidio di Azzarello, fu assassinato Enrico Rallo, 39 anni, colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar perchè sospettato di avere avuto un ruolo nel furto di un trattore ad Azzarello che avrebbe preso parte all’agguato insieme al suo gruppo. “Ho letto sui giornali che erano stati Onolfo e Rallo a rubare il mezzo ma non so altro”, ha aggiunto la donna. Secondo i pm, la morte di Rallo sarebbe stata vendicata da alcuni parenti e amici che decisero di uccidere Azzarello. Entrambi gli omicidi, secondo un’ipotesi investigativa rimasta tale, sarebbero stati messi a segno dal bracciante di 65 anni Angelo Castronovo, ucciso il 31 ottobre dell’anno scorso.
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