Era una vera e propria “holding” delle rapine in banca quella smantellata dalla polizia di Palermo, che, su delega della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone. Un’indagine avviata un anno fa, quando il 4 aprile nella filiale Credem di Terrasini i banditi fecero irruzione per una rapina, segnata da un sequestro di persona. Ventitré giorni dopo furono eseguiti cinque fermi nei confronti di altrettanti pluripregiudicati, tutti indagati per aver partecipato ognuno per la propria parte alla rapina. Sono stati i colloqui in carcere, intercettati dagli inquirenti, a svelare l’esistenza di una gang ramificata e organizzata in modo tale da non lasciar scontento nessuno dei banditi, neanche chi veniva temporaneamente escluso dalle rapine perché nel mirino di altre indagini di polizia: a questo veniva dato un compenso per rassicurarlo e al tempo stesso tenerlo agganciato alla banda.
La roccaforte della holding era Brancaccio, il quartiere palermitano punto di riferimento storico della mafia palermiana. Da lì si organizzavano le trasferte nel resto d’Italia: Capaci, Favara, Milano, Bologna e Pistoia, le prossime tappe, mentre le indagini hanno fatto luce su rapine commesse in passato. La cassaforte comune consentiva una rigenerazione costante della banda, che accoglieva altri elementi per rimpiazzare quelli eventualmente arrestati e provvedeva al mantenimento delle famiglie di coloro che erano in carcere. La banda, spiegano gli inquirenti, funzionava da “agenzia di collocamento”, avvalendosi di alcuni specifici soggetti che offrivano “lavoro” e diventando così punto di riferimento per il quartiere, con una credibilità conquistata colpo su colpo.
A definire il futuro della holding erano dei “summit”, in cui si discuteva del reperimento di armi e si pianificavano i settori in cui investire il bottino. Tra questi ultimi non poteva non esservi il traffico di droga, con l’acquisto di partite da poter reimmettere sul mercato ad un prezzo maggiorato, nonché l’acquisto di beni immobili: progetti per il futuro, per diventare boss e, probabilmente, coprire il vuoto di potere attuale nella mafia palermitana.
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