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Usura, la Sicilia fanalino di coda per fondi a vittime

Per Confimprese Sicilia deve aprirsi un tavolo con i Consorzi di garanzia

La Sicilia in coda per i fondi destinati alle vittime. Con una lettera inviata al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, agli assessori Regionali alle Attività produttive e all’Economia, Edmondo Tamajo e Marco Falcone, al presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Gaetano Galvagno, e ai prefetti, Confimprese Sicilia ha segnalato “l’iniqua ripartizione” dei Fondi Antiusura.

Per il coordinatore regionale di Confimprese Sicilia Giovanni Felice, che afferma in relazione al ripartizione delle risorse del Fondo antiusura gestito dal Mef: “Il Veneto nel 2022 ha ricevuto stanziamenti per 2.857.969 euro, pari al 19 per cento dell’intera dotazione e residui per 1.527.632 euro di residui pari al 18 per cento dell’intera cifra residuale degli anni precedenti e quindi nel 2022 ha avuto una disponibilità pari a 4.385.602 euro da utilizzare per l’anno 2022, 10 volte maggiore di quella della Sicilia” che è stata di 467 mila euro.

Quali i motivi ? “La prima risposta a questa situazione potrebbe essere la vivacità economica maggiore del Veneto rispetto alla Sicilia – prosegue – ma nella stessa situazione del Veneto si trova ad esempio l’Abruzzo che, con tutto il rispetto, non presenta né la stessa pericolosità ambientale né tantomeno una maggiore presenza produttiva. La causa principale di tale “malfunzionamento” sarebbe determinata dalle modalità di erogazione in quanto avviene attraverso i Consorzi di garanzia fidi che in Sicilia sono 2/3 e gestiscono il Fondo Antiusura (ed in qualche anno sono solo uno), mentre in Veneto sono nove ed in Abruzzo 10”.

Per Confimprese Sicilia deve aprirsi un tavolo con i Consorzi di garanzia “per capire le ragioni della loro assenza nel campo dell’antiusura”, e avviare nei loro confronti una azione di moral suasion, “visto che molto spesso la Regione interviene a sostegno di questo importante strumento per lo sviluppo del territorio, ed inoltre trovare strumenti e risorse aggiuntive magari con l’istituzione di un fondo di rotazione”.

Situazione analoga vive la Sicilia in materia di sostegno ai privati in quanto nel territorio operano solo due fondazioni una a Palermo, l’altra a Messina.


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