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Vino, la Sicilia torna in vetrina: “continente in miniatura”

Ottanta giornalisti nazionali e internazionali, sette enotour, cinquecento vini in degustazione, una masterclass, hanno chiuso la diciottesima edizione di Sicilia en Primeur

Ottanta giornalisti nazionali e internazionali, sette enotour, cinquecento vini in degustazione, una masterclass, hanno chiuso la diciottesima edizione di Sicilia en Primeur. L’evento itinerante ideato da Assovini Sicilia, torna in presenza dopo due anni, nei suggestivi luoghi storici del rinomato Centro di cultura scientifica Ettore Majorana di Erice. La cittadina medievale ha accolto giornalisti, scienziati, studiosi, istituzioni, enologi, coinvolgendo anche gli studenti dell’Istituto professionale alberghiero di Erice e i ristoratori locali. Il tema scelto quest’anno “Back to the roots.

La Sicilia che vive il futuro, è stato anche il titolo del convegno inaugurale. Un’occasione unica per una riflessione e dibattito sul futuro della vitivinicoltura siciliana. Entrambi in veste di padroni di casa, il sindaco di Erice, Daniela Toscano, insieme a Lorenzo Zichichi del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana, ricordano la vocazione storica e scientifica del borgo medievale. Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, parla della Sicilia come “un continente in miniatura. La sua diversità sarà la chiave del nostro futuro. Quindi bisogna mettere al centro la vite, il suo studio, la sua evoluzione. Si è sempre detto che il fattore umano è fondamentale nel ciclo di produzione, ed oggi penso sia sempre più attuale ed inteso come scienza, conoscenza, know-how. Solo così possiamo affrontare importanti temi, come il cambiamento climatico”.

“Il vino è anche fisica e i rilevatori del neutrino sono utili per scoprire le frodi del vino”, ricorda il professore Pierluigi Campana, dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, nel suo intervento dal titolo “Non c’è vino senza neutrino”. Riflettori puntati sul ruolo della vitivinicoltura siciliana e sulle sue risposte ai cambiamenti climatici.

“Oggi, la Sicilia si trova in una condizione di privilegio e presenta un assetto viticolo talmente legato alla tradizione che, una serie di variabili produttive, risultano essere estremamente attuali nei confronti dei cambiamenti climatici“, commenta Mattia Filippi, enologo e fondatore di Uva Sapiens.

“La Sicilia vitivinicola è meno esposta ai cambiamenti climatici grazie ai suoi suoli, terroir, alla biodiversità e ai suoi microclimi”, aggiunge il ricercatore Marco Moriondo dell’Istituto di Bioeconomia del Cnr di Firenze. “La Sicilia è oggi la più grande area vinicola biologica in Italia – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia – è un territorio che, per sua stessa natura, identifica nella sostenibilità la chiave di volta del sistema vitivinicolo siciliano. È in questa direzione che si muove l’industria dell’isola, verso vini di qualità, autentici e riconoscibili nella loro identità e sostenibili lungo tutto il processo di produzione”.


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