Il Tribunale di Siracusa ha emesso una sentenza di non doversi procedere nei confronti di un uomo di 53 anni, siracusano, finito sotto processo per violenza sessuale ai danni di due donne ospiti in una Comunità terapeutica assistita che si trova a Siracusa.
Il procedimento giudiziario è iniziato nel 2013, e una delle vittime, nel corso del dibattimento, ha fornito la sua testimonianza in aula mentre l’altra, nel frattempo, è deceduta. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Alessandro Cotzia, ha presentato durante una delle ultime udienze un’eccezione che è stata accolta dai giudici.
La vicenda giudiziaria trae origine dalla segnalazione del titolare della struttura, da cui nacque l’inchiesta della Procura di Siracusa culminata con il rinvio a giudizio del 53enne, indicato come un operatore socio sanitario. Una delle violenze sarebbe avvenuta nella lavanderia della struttura, dove l’imputato si sarebbe trovato in compagnia di una delle donne.
La difesa ha fatto emergere, attraverso le testimonianze e la produzione del contratto di lavoro con la Comunità terapeutica, che l’imputato svolgeva funzioni da operaio: in particolare era addetto alla pulizia delle camere e dei bagni, insomma “non era un incaricato di pubblico servizio”, precisa l’avvocato difensore.
Per cui, essendo diverso la status professionale, “il reato non è procedibile d’ufficio ma solo con una querela da parte delle persone offese e nessuna delle presunte vittime l’ha presentata” aggiunge l’avvocato Alessandro Cotzia. La stessa pubblica accusa ha evidenziato nel corso dell’udienza “il difetto della condizione di procedibilità”, sollecitando, dunque, il non doversi procedere per l’imputato.
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