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Zone franche montane, “ostacolate” dai politici siciliani

Approvate le disposizioni istitutive potrebbero essere intraprese tante analoghe iniziative politiche per avviare alla normalità i rapporti tra la Regione Siciliana e lo Stato a esclusivo beneficio del popolo siciliano  

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Vincenzo Lapunzina, per l’associazioneZone franche montane Sicilia, che vuole evidenziare come alcuni politici siciliani avrebbero ostacolato l’iniziativa.

In tempi di covid19 e di guerra, almeno una buona notizia per i siciliani. A breve ci si augura che l’iniziativa sarà Legge e diverrà operativa, ma al momento si possono ritenere ben soddisfatti per il patrimonio informativo che hanno ricevuto dal percorso sostenuto dal comitato per l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia.

Il progetto, infatti, ha squarciato quel velo che non consente – e spesso non ha consentito – di scorgere nitidamente la complessiva situazione della Regione Siciliana.  L’iter elaborativo e legislativo delle zfm è, infatti, molto più eloquente dei tanti libri e convegni e approfondimenti sulla arretratezza della Istituzione regionale.

I siciliani devono essere grati ai tanti che si sono intestati l’iniziativa perché gli è stata offerta con chiarezza e semplicità la motivazione dello storico disagio in cui si trovano.
Tuttavia, le zfm sono avversate da tanti rappresentanti politici indigeni che temono il progetto: hanno da sempre barattato il loro interesse personale con gli interessi della Sicilia, questa legge li esclude da benefit personali.

Agli occhi e alle orecchie delle lobby costoro non potrebbero offrire vantaggi ma solamente il contestuale rispetto delle leggi e degli interessi delle comunità.  Il risultato sarebbe devastante per il futuro di tanti politici siciliani che confidano nel tradizionale ascarismo per le loro riconferme negli incarichi politici o in uno dei tanti incarichi di sottogoverno di cui è costellata la galassia allargata della pubblica amministrazione.

Perché dopo le zfm potrebbero essere intraprese tante analoghe iniziative politiche per avviare alla normalità i rapporti tra la Regione Siciliana e lo Stato a esclusivo beneficio del popolo siciliano, dal 1946 vittima di questi comportamenti politici omissivi.

Sarebbe una catastrofe per i tanti che in Sicilia e in Italia hanno costruito il loro successo, non solo politico, sulla persistente violazione dello Statuto autonomistico.

Una rappresentanza politica locale (disorientata), regionale e nazionale sta impegnandosi per evitare che per la prima volta si affermino in Sicilia i corretti principi politici che darebbe finalmente la stura alla stagione dei diritti negati.

In atto i siciliani, anche se distratti dalle ben note tragiche vicende, hanno motivo di ringraziare i tanti politici, che con il loro impegno contrario alle zfm offrono chiarezza politica.

Dalla fine del 2019 ai nostri giorni è stato un susseguirsi di intralci ad una vicenda che presenta una collocazione politica e tecnica semplicissima, trasparente, utile ed eticamente collocabile in un contesto nazionale ed europeo che di fatto ha anticipato. di almeno 5 anni, il c.d. PNRR.

“Piano” che, alla luce delle tensioni internazionali e dei nuovi assetti politici ed economici, andrebbe riformulato e calato in un presente diverso da quello che ci ha lasciato la pandemia.

Ai tanti politici, “locali” compresi, spiace però comunicare che il progetto delle zfm diverrà Legge (è una questione di tempo), a beneficio dell’intera Sicilia e dopo la sua pubblicazione sarà dovere del comitato promotore continuare a informare i siciliani di coloro che hanno mostrato contrarietà all’iniziativa e che l’hanno rallentata, anche a danno delle rispettive comunità.


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